| Sease
| Sease
LAND AND SEA STORIES

JOURNAL #5

SEASE Journal

Land and Sea Stories

SEASE Journal, una raccolta di storie di mare e di terra, selezionate da Alberto Coretti - fondatore di Sirene Magazine - e raccontate dai nostri ambassador. Immergiti in esperienze mozzafiato che nutrono l'anima, celebrano la bellezza della natura incontaminata e l'avventura in tutto il mondo.

Insieme a Ginevra Rossini, fondatrice di Riding Safari Club, SEASE ha cavalcato nel cuore della steppa mongola, seguendo le geografie segrete di un branco di cavalli semi selvatici.

text by Alberto Coretti

CAPITOLO #5

❝ Prima di partire, ogni ride ha un suo moodboard, un suo stile creato da una guida mandata in avanscoperta. Ci entusiasma scoprire realtà con cui collaborare, come SEASE, di cui condividiamo valori e visioni. ❞

| Sease

Riding Safari Club

membership

OUR VISION IS DRIVEN BY EXPERIENCES

❝ Prima di partire, ogni ride ha un suo moodboard, un suo stile creato da una guida mandata in avanscoperta. Ci entusiasma scoprire realtà con cui collaborare, come SEASE, di cui condividiamo valori e visioni. ❞

| Sease

Mongolia

east asia

OUR VISION IS DRIVEN BY EXPERIENCES

Che cosa è il Riding Safari Club?

È un membership club che organizza esperienze equestri in tutto il mondo. Cerchiamo autenticità: creiamo i nostri ride insieme a operatori locali in modo da immergerci il più possibile nella cultura del territorio che attraversiamo. Curiamo l’organizzazione del viaggio momento per momento, dedicandoci a ogni dettaglio come se fosse una pièce teatrale, assicurandoci che le emozioni arrivino a chi cavalca al nostro fianco.

Cavalcare è velocità o lentezza?

È un modo di viaggiare sicuramente lento, che proprio attraverso il movimento del cavallo ti permette di riconnetterti con la natura.

Che mondo ti si rivela dalla sella?

A cavallo o con il cammello scali montagne, guardi fiumi, attraversi deserti e raggiungi luoghi altrimenti inaccessibili. Ti immergi nella natura in prima persona, sempre da protagonista: nell’ultimo ride in Africa, seguendo la grande migrazione, non eravamo spettatori: in sella ai cavalli, ne eravamo parte.

Perché la Mongolia?

Perché per raggiungere il cuore della steppa euroasiatica, uno dei luoghi più remoti della terra, abbiamo dovuto prendere quattro aerei. Perché ci sono più cavalli che esseri umani. Perché ad aspettarci c’erano gli eagle hunter.

Gli eagle hunter?

Sono gli ultimi eredi di una tradizione millenaria che risale all’epoca di Gengis Khan, cacciatori addestratori che tengono i rapaci con sé per sette anni e poi li liberano. Le aquile sono abilissime a cacciare anche d’inverno nella neve, quando la selvaggina – volpi, lepri ma anche lupi – è più scarsa. Questi uccelli diventano parte integrante della famiglia e vengono trattati con profonda gratitudine da tutti gli eagle hunter. Li abbiamo seguiti nei loro territori di caccia e l’ultimo giorno siamo stati loro ospiti e ci hanno fatto conoscere le loro aquile.

Quanti giorni e paesaggi?

days
landscapes

Quali cavalli? 

I cavalli mongoli piccoli e veloci, che si dice siano i precursori di tutti gli altri cavalli. Non perdono mai completamente la loro indole selvaggia perché d’inverno vengono liberati e recuperano il loro stato brado, mentre in primavera tornano con gli uomini.

Quali ritmi?

kilometers per day
hours

Che rapporto hai avuto con il tuo cavallo?

L’avevo ribattezzato Gengis Khan. L’esperienza più forte è stata condividere con lui la vita in branco. Mentre sei in sella scopri amicizie, gerarchie e tutte le dinamiche di un gruppo che puoi cercare di governare ma mai di dividere. Anche i cavalli di scorta cavalcavano completamente liberi perché seguivano spontaneamente il branco a cui sentivano di appartenere.

Di che cosa è fatta la pista di un viaggio come questo?

Di terreni acquitrinosi da aggirare, di percorsi riparati dal vento da scegliere, di fiducia nel branco – perché nella steppa il meglio per loro è anche il meglio per te – ma anche dei passaggi obbligati in cui occorre invece governare i cavalli.

Qual è la tua idea di viaggio, che cosa ti fa sentire veramente in un’altra dimensione?

Quando non prende più il telefono, quando sono immersa in quello che sto facendo. Quando con il cavallo divento tutt’uno e sento che il mio cuore e il suo battono allo stesso ritmo.

Una cosa che sei felice di aver portato con te?

Lo zaino di SEASE con il pannello solare, che mi ha dato l’energia di cui avevo bisogno. Anche i pile, che nelle gelide notti mongole sono stati provvidenziali.

Qualcosa di cui vai fiera di aver fatto a meno?

Per una settimana non ho mai dormito su un letto e non mi è mancato.

Che cosa rimane di questa avventura?

Abbiamo visto la Mongolia con gli occhi dei nostri cavalli.

| Sease

to the next adventure...

Grazie per l'iscrizione