GANASSA PEOPLE
living at the fullest
Sicuro di sé, irriverente, fuori dagli schemi. Il Ganassa è un uomo dal carattere forte e autentico, che affronta la vita con intensità e carisma. Un'anima audace che non teme la sfida, capace di lasciare il segno ovunque vada. Il nostro uomo Ganassa è Mattia Conte. La sua storia parla delle montagne più alte del mondo, di scalate senza bombole d’ossigeno e della voglia di sfidare i propri limiti.
MATTIA CONTE
Sicuro di sé, irriverente, fuori dagli schemi. Il Ganassa è un uomo dal carattere forte e autentico, che affronta la vita con intensità e carisma. Un'anima audace che non teme la sfida, capace di lasciare il segno ovunque vada. Il nostro uomo Ganassa è Mattia Conte. La sua storia parla delle montagne più alte del mondo, di scalate senza bombole d’ossigeno e della voglia di sfidare i propri limiti.

MATTIA CONTE
Prima ancora di essere montagne, gli 8mila sono un club ristretto, in cui un avvocato cinquantenne milanese, più avvezzo al mare che al ghiaccio, non sarebbe mai entrato. Gli 8mila senza bombole d’ossigeno non sono poi neanche questo. Esistono solo nella grande ostinazione dei pochi che hanno tentato e che ci sono riusciti. Quando Mattia rivelò alla guida alpina le sue intenzioni, sentì i suoi occhi scrutarlo nel profondo e la risposta fu di quelle inappellabili: “Non ce la farai mai, sei troppo vecchio, non sei allenato e senza bombole morirai”. Parole pesanti e definitive che andavano rispettate, ma che mal calzavano sulla percezione che Mattia aveva di sé. Fin da quando al Collegio Navale Morosini si allenava per le gare di ginnastica artistica, o da quando aveva preso la laurea in legge in due anni invece che in quattro, avevami surato la sua forza, quella del corpo e delle mente. Si conosceva, era abituato a bivaccare sul confine dei suoi limiti: questo gli bastava per non desistere dai propri obiettivi.

Prima ancora di essere montagne, gli 8mila sono un club ristretto, in cui un avvocato cinquantenne milanese, più avvezzo al mare che al ghiaccio, non sarebbe mai entrato. Gli 8mila senza bombole d’ossigeno non sono poi neanche questo. Esistono solo nella grande ostinazione dei pochi che hanno tentato e che ci sono riusciti. Quando Mattia rivelò alla guida alpina le sue intenzioni, sentì i suoi occhi scrutarlo nel profondo e la risposta fu di quelle inappellabili: “Non ce la farai mai, sei troppo vecchio, non sei allenato e senza bombole morirai”. Parole pesanti e definitive che andavano rispettate, ma che mal calzavano sulla percezione che Mattia aveva di sé. Fin da quando al Collegio Navale Morosini si allenava per le gare di ginnastica artistica, o da quando aveva preso la laurea in legge in due anni invece che in quattro, avevami surato la sua forza, quella del corpo e delle mente. Si conosceva, era abituato a bivaccare sul confine dei suoi limiti: questo gli bastava per non desistere dai propri obiettivi.

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